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Il concorso-scuola e il paradosso che lascia a spasso oltre 200mila docenti

Renzi parla di "pasticci" e fa sapere che il nodo da sciogliere è l'inserimento di un paio di eventuali domande di inglese per testare gli insegnanti.

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Renzi parla di “pasticci” e fa sapere che il nodo da sciogliere è l’inserimento di un paio di eventuali domande di inglese per testare gli insegnanti.

Se dovessi scriver un tweet sarene più o meno così: oltre 200mila docenti aspettano di sapere la data per il concorso che potrebbe sancire il posto fisso anche per loro è tutto ruota attorno al dubbio di inserire o meno due domande in lingua inglese. Ok magari è anche troppo lungo per un tweet ma allora chiamo in causa le parole di Matteo Renzi, che nelle ultime ore ha detto: “Uno dei temi in ballo è mettere o meno una o due domande di inglese e c’è una discussione vera e accesa. Sembra una piccola cosa, ma andarla a cambiare potrebbe portare un prof di matematica ad essere bocciato pur essendo molto in gamba”.
Si, ci sono tantissimi insegnanti pronti a chiudere definitivamente col discorso supplenze e diventare professori di ruolo. Si, numericamente parlando sono davvero molti e i posti sono comunque 63.217. E intanto ai piani alti parlano di intoppi burocratici e non fanno che rimandare.

Dai, la classe docente la abbiamo odiata tutti. Ma spesso ho tenuto a dire che molti dei loro comportamenti, per come la vedo io, derivano anche dal modo in cui vengono trattati loro stessi dai diretti superiori. Beh, se sono anni che lotti per un posto fisso e senti il Premier dire “sulla scuola abbiamo fatto un sacco di pasticci anche noi”, oltre a quella domanda sull’inglese, ti possono anche girare le scatole. Renzi ha tra l’altro aggiunto, provando a rassicurare tutti: “In settimana c’è una cosa che dobbiamo fare: scegliere con il ministro Giannini il modello di concorso per la scuola che porterà 63.217 persone in cattedra”. Ah va beh, siamo ancora alla fase decisionale del progetto… Inutile spendere parole sul fatto che l’inglese, ormai, è discretamente fondamentale.

Altra cosa che molto probabilmente avrà fatto saltare le coronarie ai docenti è che La Buona Scuola aveva sancito il primo dicembre 2015 come data per l’avvio del concorso. C’è poi il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone che con chissà quale certezza continua a dichiarare: “Le scuole avranno nuovi insegnanti per l’inizio del prossimo anno scolastico”. Mah. Il disappunto resta e diventa più solido se pensiamo alle parole di Pino Turi, leader sindacale della Uil scuola che ha detto giustamente che, oltre a “dovere completare alcune procedure per il bando” c’è da considerare che “bisogna percorrere tutte le fasi del concorso” e che quindi sarà realisticamente difficile chiudere tutto entro il 31 agosto. Con tutti questi “che” forse anche un “che cazzo” ci sta bene dai.

Parentesi finale dedicata ai 15mila insegnanti della scuola dell’infanzia che sono stati esclusi dal Piano straordinario di assunzioni. Pensando che sarebbero dovuti essere tra i primi ad “assicurarsi una cattedra” dire che la realtà è stata dolce quanto uno scorpione di 15 centimetri.
Tra posticipi, pasticci e rassicurazioni qua sembra di stare a Via Del Corso il sabato pomeriggio prima di Natale. E chi vuol capire capisca.

Di _Riccardo Zianna_

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